La testa e le
spalle di Carlo Fusco, un ragazzone classe 1970, spuntano da dietro la macchina
per l’espresso, di mattina poco impegnata se non per elargire ai pochi abituali
clienti i classici caffé o cappuccino. Carlo ed il cugino Emiliano Saglimbene,
sono i pronipoti diretti, per parte femminile, di Augusto Civili, il fondatore
dell’omonima Trattoria Fiaschetteria con
giardinetto nel lontano 1890. Col tempo, il testimone è passato
automaticamente da Augusto a Rodano (detto Gigi) ad Attilio ed infine ai due
rampolli della famiglia che dimostrano tutta l’intenzione di onorare la
tradizione familiare.
“Il mio
trisavolo aprì la bottega sfruttando il fatto che via del Vigna era, all’epoca,
una strada considerata di passaggio tra Pisa e Livorno. Tutti i barrocciai
impegnati in scambi commerciali, e non solo, tra le due città, erano soliti
transitare da queste parti ed era quindi fisiologico che si fermassero alla fiaschetteria,
chi per una bevuta chi per uno spuntino”.
Appese alla
parete a sinistra della porta d’ingresso, due annose ricevute sono gelosamente
custodite in una cornice a giorno: la prima, la numero 13, datata 1936, riporta
un conto di 126 lire e 20 per un pranzo di 10 persone mentre l’altra, numero
841 del 1937, è il resoconto di un pasto per 18 persone per la modica cifra di
206 lire e 10, compresa l’imposta di bollo di 20 centesimi.
La cornice è
letteralmente affogata da fotografie di personaggi che recentemente hanno
frequentato il locale e si spazia da Mietta ad Antonacci, da Panariello ad Alex
Britti ed al mitico Tonino Carino da Ascoli, protagonista “tutto cuffie” del
novantesimo minuto del compianto Paolo Valenti. A proposito della foto che
ritrae Vittorio Cecchi Gori con la madre, Carlo ci tiene a sottolineare la
particolare predisposizione della vedova la quale non si accontentò del bis e,
prima di congedarsi, pensò bene di riscaldarsi l’ugola con il terzo ponce. Tra
i frequentatori, Marcello Lippi e, non poteva mancare, Cristiano Lucarelli,
protagonisti della recente storia calcistica, tuttavia ben accompagnati da una
foto di gruppo in cui si riconosce Romeo Anconetani, il leggendario presidente
del Pisa che amava Livorno (ed il suo ponce, “sembra che venisse piuttosto
spesso” – afferma Carlo). A testimonianza della longevità dell’esercizio, un
“Diploma di Medaglia d’Oro” conferito alla fiaschetteria il 20 novembre 1957
dalla locale Camera di Commercio, per i 68 anni d’esercizio, spicca tra le
miriadi di fotografie, gagliardetti, cartoline ed altre testimonianze di
vissuto esposte in ogni angolo del locale.
“Il 17 e 18
settembre 1996”
continua Carlo mostrando il piccolo pass appeso alle proprie spalle “al nostro
esercizio è stato assegnato uno stand all’Exhibition Forum organizzato a
Bruxelles dagli organi della Commissione Europea. Il destino volle che il
nostro spazio si trovasse proprio accanto a quello gestito dagli scozzesi, noti
spacciatori di grog, il probabile
antesignano del nostro ponce, con i
quali ingaggiammo un’inevitabile specie di derby. Al termine della giornata la
vittoria del nostro ponce fu
schiacciante in un crescendo di soddisfazione che raggiunse il culmine allorché
anche gli amici in kilt si unirono
alla fitta schiera di degustatori”. Beh! Niente male.
Carlo mi
rammenta le apparizioni in “Ovo sodo” di Virzì, di cui tutti ricordiamo le
scene, e ci anticipa che anche nella più recente produzione labronica (“Non c’è
più niente da fare” di Barresi) il proprio esercizio e la corroborante bevanda hanno
recitato un ruolo di prestigio.
Le chiacchiere
scivolano immancabilmente sul ponce alla
livornese ed i suoi ingredienti: “il Rumme
Fantasia è una produzione del marchio Vittori e lo si può trovare un po’
dappertutto, in zona, tuttavia la nostra fornitura ha un ingrediente in più,
assolutissimamente segreto, che eleva il nostro
ponce una spanna sopra gli altri” continua il nostro interlocutore. “Non
tutti amano il ponce classico. C’è chi lo preferisce mezzo e mezzo e chi lo
vuole al cognac e allora al rumme si
accompagnano alternativamente sassolino o cognac Derby Tre Stelle,
entrambi rigorosamente dello stesso fornitore”. Nel codice dei bevitori
ponciaioli, non possono mancare la persiana ed il king kong: laddove la
persiana è una bevanda, a base di anice e menta (evoluzione spontanea di
acquavite e menta) d’antica tradizione, universalmente nota quale antidoto alla
sbornia di ponci, il king kong (china e cognac, il solito Tre Stelle) è di più recente tradizione tuttavia ugualmente
apprezzato dagli estimatori del gusto labronico.
Prima di
congedarci, un ultimo sguardo commosso al poster che ritrae la nostra nazionale
di calcio prima dell’incontro con l’Argentina, durante il campionato del mondo
del 1982 nel quale, sopra la testa del compianto Gaetano Scirea, campeggia uno
striscione azzurro la cui scritta, in bianco, recita: “FORZA AZZURRI - BAR
CIVILI LIVORNO”. “Avremmo voluto esibire lo striscione anche durante l’ultima
visita della nazionale al Picchi, tuttavia ferree regole in campo pubblicitario
non ce lo hanno consentito” spiega Carlo.
Nascosta in un
angolo dietro la macchina del caffé, la copertina blu di un’agenda del 2000
spunta maliziosa: “è un po’ il nostro diario, una raccolta degli episodi più
ridicoli che si verificano nel nostro esercizio” inutile chiedere di dare
un’occhiata, Carlo la custodisce gelosamente… magari per una prossima
pubblicazione?
Ermanno
Volterrani
Corriere di
Livorno, 9 febbraio 2007