martedì 1 giugno 2010

Civili, la filosofia del ponce

La testa e le spalle di Carlo Fusco, un ragazzone classe 1970, spuntano da dietro la macchina per l’espresso, di mattina poco impegnata se non per elargire ai pochi abituali clienti i classici caffé o cappuccino. Carlo ed il cugino Emiliano Saglimbene, sono i pronipoti diretti, per parte femminile, di Augusto Civili, il fondatore dell’omonima Trattoria Fiaschetteria con giardinetto nel lontano 1890. Col tempo, il testimone è passato automaticamente da Augusto a Rodano (detto Gigi) ad Attilio ed infine ai due rampolli della famiglia che dimostrano tutta l’intenzione di onorare la tradizione familiare.
“Il mio trisavolo aprì la bottega sfruttando il fatto che via del Vigna era, all’epoca, una strada considerata di passaggio tra Pisa e Livorno. Tutti i barrocciai impegnati in scambi commerciali, e non solo, tra le due città, erano soliti transitare da queste parti ed era quindi fisiologico che si fermassero alla fiaschetteria, chi per una bevuta chi per uno spuntino”.
Appese alla parete a sinistra della porta d’ingresso, due annose ricevute sono gelosamente custodite in una cornice a giorno: la prima, la numero 13, datata 1936, riporta un conto di 126 lire e 20 per un pranzo di 10 persone mentre l’altra, numero 841 del 1937, è il resoconto di un pasto per 18 persone per la modica cifra di 206 lire e 10, compresa l’imposta di bollo di 20 centesimi.
La cornice è letteralmente affogata da fotografie di personaggi che recentemente hanno frequentato il locale e si spazia da Mietta ad Antonacci, da Panariello ad Alex Britti ed al mitico Tonino Carino da Ascoli, protagonista “tutto cuffie” del novantesimo minuto del compianto Paolo Valenti. A proposito della foto che ritrae Vittorio Cecchi Gori con la madre, Carlo ci tiene a sottolineare la particolare predisposizione della vedova la quale non si accontentò del bis e, prima di congedarsi, pensò bene di riscaldarsi l’ugola con il terzo ponce. Tra i frequentatori, Marcello Lippi e, non poteva mancare, Cristiano Lucarelli, protagonisti della recente storia calcistica, tuttavia ben accompagnati da una foto di gruppo in cui si riconosce Romeo Anconetani, il leggendario presidente del Pisa che amava Livorno (ed il suo ponce, “sembra che venisse piuttosto spesso” – afferma Carlo). A testimonianza della longevità dell’esercizio, un “Diploma di Medaglia d’Oro” conferito alla fiaschetteria il 20 novembre 1957 dalla locale Camera di Commercio, per i 68 anni d’esercizio, spicca tra le miriadi di fotografie, gagliardetti, cartoline ed altre testimonianze di vissuto esposte in ogni angolo del locale.
“Il 17 e 18 settembre 1996” continua Carlo mostrando il piccolo pass appeso alle proprie spalle “al nostro esercizio è stato assegnato uno stand all’Exhibition Forum organizzato a Bruxelles dagli organi della Commissione Europea. Il destino volle che il nostro spazio si trovasse proprio accanto a quello gestito dagli scozzesi, noti spacciatori di grog, il probabile antesignano del nostro ponce, con i quali ingaggiammo un’inevitabile specie di derby. Al termine della giornata la vittoria del nostro ponce fu schiacciante in un crescendo di soddisfazione che raggiunse il culmine allorché anche gli amici in kilt si unirono alla fitta schiera di degustatori”. Beh! Niente male.
Carlo mi rammenta le apparizioni in “Ovo sodo” di Virzì, di cui tutti ricordiamo le scene, e ci anticipa che anche nella più recente produzione labronica (“Non c’è più niente da fare” di Barresi) il proprio esercizio e la corroborante bevanda hanno recitato un ruolo di prestigio.
Le chiacchiere scivolano immancabilmente sul ponce alla livornese ed i suoi ingredienti: “il Rumme Fantasia è una produzione del marchio Vittori e lo si può trovare un po’ dappertutto, in zona, tuttavia la nostra fornitura ha un ingrediente in più, assolutissimamente segreto, che eleva il nostro ponce una spanna sopra gli altri” continua il nostro interlocutore. “Non tutti amano il ponce classico. C’è chi lo preferisce mezzo e mezzo e chi lo vuole al cognac e allora al rumme si accompagnano alternativamente sassolino o cognac Derby Tre Stelle, entrambi rigorosamente dello stesso fornitore”. Nel codice dei bevitori ponciaioli, non possono mancare la persiana ed il king kong: laddove la persiana è una bevanda, a base di anice e menta (evoluzione spontanea di acquavite e menta) d’antica tradizione, universalmente nota quale antidoto alla sbornia di ponci, il king kong (china e cognac, il solito Tre Stelle) è di più recente tradizione tuttavia ugualmente apprezzato dagli estimatori del gusto labronico.
Prima di congedarci, un ultimo sguardo commosso al poster che ritrae la nostra nazionale di calcio prima dell’incontro con l’Argentina, durante il campionato del mondo del 1982 nel quale, sopra la testa del compianto Gaetano Scirea, campeggia uno striscione azzurro la cui scritta, in bianco, recita: “FORZA AZZURRI - BAR CIVILI LIVORNO”. “Avremmo voluto esibire lo striscione anche durante l’ultima visita della nazionale al Picchi, tuttavia ferree regole in campo pubblicitario non ce lo hanno consentito” spiega Carlo.
Nascosta in un angolo dietro la macchina del caffé, la copertina blu di un’agenda del 2000 spunta maliziosa: “è un po’ il nostro diario, una raccolta degli episodi più ridicoli che si verificano nel nostro esercizio” inutile chiedere di dare un’occhiata, Carlo la custodisce gelosamente… magari per una prossima pubblicazione?

Ermanno Volterrani


Corriere di Livorno, 9 febbraio 2007