domenica 1 luglio 2012

La Sezione Nautica Canottieri di Antignano

"Per difendere la sede fummo costretti a ricorrere all’arma del ricatto palesando l’idea di non partecipare al Palio "
Quelli della Sezione nautica
Un tempo la collocazione del Circolo canottieri di Antignano era un'altra. La storia raccontata dai protagonisti

La Sezione Nautica Canottieri Antignano si trova al porticciolo dell’omonimo rione, vicino all’ingresso sulla sinistra ed occupa una confortevole costruzione prefabbricata a disposizione di soci ed ospiti… ma non è sempre stato così!
“La Sezione Nautica Canottieri Antignano esiste già dal 1932. Io ho iniziato ad occuparmene solo nel 1983, al tempo in cui offrivo collaborazione, in qualità di vogatore, nella preparazione del Palio Marinaro – così esordisce Stefano Galoppini (ma chi lo conosce?), per i più noto col soprannome di Leone (aah, Leone!) – Prima di quella data, alla fine degli allenamenti tiravamo il gozzo in secca proprio qui, dove ci troviamo ora, davanti allo scalo e completamente all’aperto; privi di uno spogliatoio, i vogatori (me compreso) erano costretti a recarsi alle rispettive abitazioni, per cambiarsi e fare una doccia. Al termine di una movimentata riunione con i dirigenti dell’epoca, tenutasi nei locali del circolo ARCI, durante la quale ci furono scambi di vedute che definire vivaci è un puro eufemismo, ci fu concessa l’autorizzazione ad organizzarci sulla terrazza qui di sopra. Mauro Volpi, Maurizio Bondani, Ivano Gelli ed io cominciammo i lavori di pulizia e, grazie all’intervento di Mauro Angeli ed Oreste Volpi, acquistammo a poco prezzo dalla Compagnia Portuali, un container che sarebbe divenuto spogliatoio ed ufficio dell’erigenda sede della Sezione Nautica”.
Il racconto di Leone è supportato da interventi degli altri soci che descrivono, ognuno, il proprio contributo nel restauro in questione. Fu così che, nel 1983, la Sezione Nautica ebbe la sua sede. Contagiata dall’entusiasmo dei quattro moschettieri, gran parte della popolazione prese a cuore la bonifica dell’area e, specialmente i pensionati, misero a disposizione del circolo il loro tempo libero ed il loro mestiere: ex muratori, falegnami, fabbri e tutti gli altri artigiani smessi contribuirono al definitivo restauro dell’area. Poco prima dell’estate del 1983 la desolata piazzola, dalla cui spalletta si dominava tutto il moletto, aveva assunto i connotati di un bel circolo ricreativo in cui i paesani trascorrevano pomeriggi e serate al fresco ed in compagnia. Il già rammentato contenitore fungeva da spogliatoio per i vogatori, piccolo ufficio e, all’occorrenza, spaccio di bibite e gelati per la gioia dei bambini. Un canniccio come tetto della terrazza principale, consentiva di giocare a carte, dama o scacchi al fresco, di giorno, e al riparo dalla guazza, la sera. Una pista per le bocce era teatro di accesi incontri che rallegravano le serate e non mancavano il biliardino ed il ping-pong per i più giovani, e non solo; i soci ricordano con un po’ di rimpianto, anche serate danzanti organizzate saltuariamente per lo più di sabato sera. Insomma durante l’estate del 1983 e quelle successive, gli antignanesi avevano dove passare il tempo grazie alla costruzione della sede della Sezione Nautica. “Siamo stati anche vittima di un mini-attentato. – Interviene Piero, il tesoriere, sorridendo. – Una mattina trovammo bruciata parte delle canne che circondavano il container/ufficio e, nelle vicinanze, una tanica vuota il cui interno odorava di benzina. Non abbiamo mai saputo che cosa fosse accaduto: magari il successo della nostra specie di circolo ricreativo dava fastidio a qualcuno”.
Purtroppo, la caducità delle cose piacevoli è universalmente nota e, nel 1995, il Circolo Velico acquistò l’area occupata dalla Sezione Nautica che fu costretta a sgombrare. “In accordo con il Comune e la Circoscrizione, il container (adesso definitivamente rimpiazzato dal prefabbricato) fu trasferito uno scalino più sotto dove però, viste l’esiguità degli spazi e la vicinanza al molo vero e proprio, non fu possibile riorganizzarci al pari di come facemmo nella precedente sede. – Spiega Piero. – A dire il vero, non fu facile raggiungere l’accordo: per ottenere il permesso di occupare questa zona, fummo costretti a ricorrere all’antipatica, tuttavia efficace, arma del ricatto palesando l’idea di non partecipare al Palio, nel caso in cui non ci fosse assegnata una sede”.
Inevitabilmente, la chiacchierata scivola verso il Palio Marinaro. “Partecipiamo alle competizioni dei gozzi a quattro remi. – Continua Leone, per anni protagonista dell’organizzazione, da vogatore, allenatore o dirigente. – La nostra cantina era sotto Piazza Cavour, lato mare, prima di essere trasferita sotto al Ponte Novo, accanto a quella del Palio Marinaro, per l’appunto. Io ho gestito il gozzo dal 1988 al 1995 e, da allenatore, ho perso il dieci-remi nel 1989. Fu colpa mia! Feci gareggiare un ragazzo che, pur diligentissimo e sempre presente agli allenamenti, offriva prestazioni inferiori, rispetto ad altri. Fu una scelta dettata dal cuore, piuttosto che dalle esigenze tecniche, tuttavia fu fatale al nostro gozzo: ci classificammo ultimi al Palio Marinaro. A conferma della mia responsabilità, la settimana successiva, alla Barontini, operai il cambio e ci classificammo sesti… troppo tardi!”. L’espressione più alta della partecipazione del gozzo dell’Antignano alle manifestazioni remiere cittadine si è concretizzata nel 1954 allorché, in agosto, vinse la tribolata edizione del Palio Marinaro, rimandata più volte a causa delle avverse condizioni meteo-marine. Raccattati gli scarti dei rioni cosiddetti ricchi (Borgo, Venezia, Pontino, Benci-Centro etc.) il gozzo dell’Antignano si presentò per primo al cospetto dell’Acquario Comunale. “Caricammo il gozzo su un pianale e facemmo il giro della città – ricorda Piero – con un nugolo di biciclette a seguito che, con noi, festeggiavano l’avvenimento”.
A proposito della Coppa Barontini, Leone racconta un aneddoto relativo alla gara a dieci remi del 1986, in notturna: “Una settimana prima della gara un infortunio ci privò del timoniere. In extremis, Mauro Angeli si sobbarcò l’onere di partecipare, nonostante non conoscesse il percorso in notturna. La sera precedente la gara, con la vespa, accompagnai Mauro per un giro sugli scali e gli mostrai il percorso, unico riferimento possibile, vista l’esiguità del tempo a disposizione. L’impegno di tutto l’armo fu tale che giungemmo terzi al traguardo, dietro Venezia ed Ovo Sodo”. Con rimpianto per il mutamento delle condizioni e del tifo, Leone rammenta di qualche scazzottata per screzi avvenuti durante il percorso, l’ultima per uno scontro di gozzette alla Luminella (testata sud del Molo Novo) all’uscita della quale l’Antignano si trovò con due remi rotti su quattro, “ma tutto finiva lì! – ci tiene a precisare – dopo il Palio ci trovavamo tutti a festeggiare insieme davanti a un ber ponce!”.
La Sezione Nautica è un’organizzazione totalmente no-profit e consta di 230 soci, tra coloro che usufruiscono del posto barca, quelli che con canoa ed i semplici frequentatori: ognuno di loro contribuisce con una quota sociale adeguata alle prestazioni richieste e quasi tutto il ricavato viene impiegato per partecipare alle manifestazioni remiere cittadine. Spiega Piero: “Per un’annata intera, tra l’affitto della cantina, completamente attrezzata a palestra, luce, acqua, gas, equipaggiamento per l’armo e qualche cena a vogatori e soci, si rasentano i 10.000 € di spese. Ultimamente siamo riusciti a risparmiare abbastanza da concederci il lusso di questa nuova sede”.
Attualmente il presidente della Sezione Nautica Canottieri Antignano è Bruno Mengheri, l’amministratore è Paolo Sposini, coadiuvato dal tesoriere Piero Netto, mentre Romano Tarantini e Simone Gabiccini si occupano dei posti barca ed Emiliano Bertolini e Lorenzo de Felice gestiscono le rastrelliere dove sono riposte le canoe. Leone, al secolo Stefano Galoppini, è un po’ il factotum sobbarcandosi i lavori di mantenimento, manutenzione e pulizia dell’area per la soddisfazione di tutti coloro che vogliono trascorrere un paio d’ore in riva al mare all’insegna di pace e serenità.

Ermanno Volterrani, 29.03.2008